LO SVILUPPO AFFETTIVO.

 Definizione e coordinate. Fasi dello sviluppo.

 

 

Definizione e coordinate.

Quando si parla di sviluppo, s’intende ovviamente l’individuo come un essere unico, atomico: come tale, esso si sviluppa appunto nella sua totalità contemporanea e indivisibile: dunque, non esiste certo distinzione tra sviluppo affettivo cognitivo e sociale, introdotta solo per mera questione euristica e didattica.

La psicanalisi ci aiuta molto nella definizione – se vogliamo chiamarla così – della natura dell’uomo. I suoi assunti, che possiamo tranquillamente generalizzare e dare per assodati, sono infatti che:

a l’uomo è un essere conflittuale, nel quale le pulsioni e i loro derivati, i desideri, si scontrano con le esigenze esterne, materiali (non disponibilità degli oggetti e dei mezzi di soddisfazione) e sociali (divieti), queste ultime trasformatesi in esigenze interiorizzate. L’uomo è, quindi, inevitabilmente un essere frustrato e angosciato, che – per sopravvivere – elabora meccanismi di difesa.

b L’uomo è un essere passionale. Cioè asociale (narcisista, perverso polimorfo) e irrazionale (governato dal principio del piacere), che cerca di diventare sociale e razionale per sopravvivere e/o non essere sopraffatto dall’angoscia, con molteplici e anche raffinati compromessi, come l’altruismo, la cooperazione, la cultura.

Lo sviluppo avviene secondo il modello evolutivo jacksoniano, e cioè le attività più elementari e primitive sono integrate e subordinate a strutture successive di più alto livello che le controllano. Sono messi in luce, inoltre, i principi economici e le leggi dinamiche, che presiedono allo sviluppo:

a l’energia di base è stata definita "libido"; tale energia, originariamente indifferenziata, evolve nel fascio delle tendenze, che poi definiamo personali, sessuali e sociali. In particolare, per il bambino piccolissimo (la cui personalità, secondo gli psicologi, è inizialmente tutta costituita dall’ "Es", fascio di tendenze allo stato puro), si parla di "libido narcisistica", in quanto rivolta verso il soggetto stesso. Quando poi il bambino diventa capace di distinguere da sé il mondo (l’oggetto) esterno, si parla di "libido oggettuale", diretta cioè a quel mondo e a quell’oggetto.

b L’energia di base comprende, oltre a queste forme di attrazione, anche forze di repulsione, defini-te "aggressive". Nel bambino piccolo, ad es., il rapporto con la madre s’articola appunto nell’ambivalenza tra forze attrattive (quando la madre soddisfa i suoi bisogni) e repulsive (quando li frustra): posizione definibile come "schizofrenia paranoide" (l’8° mese coincide con la scoperta che queste due presenze sono una medesima persona: ciò rappresenterà, per il bambino, una constatazione traumatizzante).

c L’evoluzione delle tendenze passa attraverso fasi di polarizzazione dell’interesse del soggetto su certe parti del corpo.

d Per legge generale, l’energia degli impulsi non può essere annullata, bensì può essere solo "rimossa".

 

Fasi dello sviluppo.

In questa concezione, la "libido" subisce un’evoluzione in varie fasi nell’individuo, collegandosi ad altre funzioni vitali e localizzandosi in determinate "zone erogene" (la tradizionale scansione psicoanalitica viene qui articolata e arricchita di contributi psicodinamici):

- "fase orale" (1° anno): questa fase è caratterizzata, da una parte, dall’attività della suzione, fonte di piacere, e dall’altra, dall’introiezione, cioè dall’impossessamento dell’oggetto attraverso l’introduzione orale. Incorporando gli oggetti, il bambino si unisce e s’identifica con essi. Anche l’organo della vista è, tuttavia, fortemente impegnato nella soddisfazione: il bambino è infatti anche curiosissimo, attivissimo nel seguire con gli occhi. Ecco, perché, più propriamente dovrebbe parlarsi di "fase oro-visiva".

Più specificamente, il rapporto che il bambino ha con la realtà risulta scandito in diversi periodi:

a periodo del rapporto pre-oggettuale con la realtà (primi 2 mesi di vita): la realtà non è affatto avvertita come esterna, bensì come "personale", ovvero come un allargamento, una "protesi", della propria corporeità ("narcisismo primario"). Il comportamento è attuato solo in presenza e in funzione del bisogno interno.

b periodo del rapporto oggettuale con oggetto "precursore" (nel senso che tal oggetto è piuttosto indeterminato, non finemente discriminato). Questa fase è caratterizzata dalla comparsa del sorriso di fronte a particolari oggetti, seppur (come detto) non ben definiti.

c periodo del rapporto oggettuale con oggetto "privilegiato" (7°-8° mese), che è generalmente la madre.

[Klein, ricorrendo alla "tecnica del gioco" fornendo al bambino materiale ludico espressivo, ha inoltre evidenziato il fatto che la vita del bambino nei primi mesi è particolarmente ricca di "prodotti o presenze interne, irreali (cioè non fisiche, ma fantasmatiche) e autoplastiche (che cioè si originano in qualche modo da sé)".]

- "fase sadico-anale" (2° anno): l’ano (o meglio il controllo dello sfintere anale, nella ritenzione e nell’espulsione delle feci) viene ad essere la localizzazione più importante dei desideri e delle gratificazioni sessuali. Questa fase è connotata pure come "sadica", per sottolineare il fatto che il bambino comincia allora a soddisfare certi bisogni di aggressività e di lotta.

In quest’età, inoltre, il bambino comincia anche a sviluppare l’attività verbale, ed a questo proposito si è notata la comparsa nel suo linguaggio dell’avverbio "no" prima del "sì", evidentemente più utile di fronte alle sempre più frequenti richieste e restrizioni apportate ora dalla madre.

[Una postilla sull’identità psicosessuale: in base a dati clinici, si è potuto vedere che l’identità del genere, assegnata al bambino durante i primi 3 anni di vita, è di fondamentale importanza per lo sviluppo successivo del ruolo sessuale.]

- "fase fallica" (dai 3 e i 6 anni): in questa fase, l’unico organo conosciuto sia dal maschio che dalla femmina è il fallo, che crea tra i due sessi l’opposizione: presenza e assenza del fallo.

c1) E’ in questa fase che F. colloca la nascita di quel fondamentale evento psichico che è il "complesso epidico", cioè quell’insieme (=complesso) di sentimenti amorosi e ostili che il bambino sperimenta nei confronti dei genitori: più specificamente, nella sua forma "positiva", esso è il desiderio della morte del rivale del proprio sesso, associato al desiderio sessuale per l’individuo di sesso opposto (si rammenti il mito di Edipo, che uccide il padre Laio e sposa la madre Giocasta, del tutto inconsapevolmente). l’Edipo (lo ebbe a rilevare lo stesso Freud) non è la risultante di un trauma reale (la seduzione infantile), bensì il mero "fantasma" di una seduzione.

c2) Accanto e connesso al complesso epidico, v'è il "complesso di castrazione", che assume un diverso significato e provoca differenti conseguenze nei due sessi. Per il bambino, la castrazione, che rappresenta una punizione da parte del padre nei confronti delle sue attività sessuali e del suo desiderio epidico di possedere la madre, si trasforma in angoscia di castrazione, che, allontanando il bambino dall’oggetto materno, segna la fine del complesso epidico, l’imminente formazione del Super-io e l’entrata nella fase di latenza. Nella bambina, il complesso di castrazione la induce a pensare l’assenza del pene come un disonore, una ferita, di cui è responsabile la madre; questa fantasia genera un sentimento d'invidia nei confronti di quest’organo, che la bambina cerca di compensare desiderando il pene del padre e volgendo, infine, la propria sessualità verso la ricettività.

- "fase di latenza" (6-11 anni): questa fase è caratterizzata da un (apparente) assopimento degl’interessi sessuali (o perché deviati dalle specifiche mete dal meccanismo di difesa della sublimazione o per una inibizione biologicamente determinata). In questo periodo prevalgono, di contro, gl’interessi intellettuali, associativi (tecniche di "adeguamento sociale") e ludici; l’autorità, proprio in quanto è stata risolta la situazione epidica, è accettata e strumentalizzata; verso l’11° anno, all’egocentrismo dominante fino allora subentra la consapevolezza dell’identità di sé nelle diverse azioni e degli "altri" come "Io" totali, dotati anch’essi di un’identità.

Lo sviluppo della "libido" può svolgersi naturalmente, o subire degli arresti per l’interferenza della "fissazione" o della "regressione", che rispettivamente bloccano (persistendo in una data fase) lo sviluppo psichico o lo riportano a fasi precedenti, con conseguente formazione di sintomi nevrotici.

 

 

 

Introduzione: i modelli

L'apprendimento

Il conflitto

Il metodo sperimentale

Il pensiero

Lo sviluppo affettivo

I metodi psicometrici

Il linguaggio

Lo sviluppo cognitivo

I metodi clinici

La personalità

Lo sviluppo sociale

I processi sensoriali

Le motivazioni

Le fasi dello sviluppo

La percezione

La frustrazione

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